Saturnia - La Fiaba

Vola, vola ecco che finalmente Gigi iniziò la sua discesa verso terra e non passò molto prima che Caterina potesse scorgere un grosso cartello con su scritto Saturnia, città termale.


-Perché termale? Cosa vuol dire? – chiese subito la coccinella.
-Vuol dire che le sue acque sono, come dire… magiche! – disse il piccione cercando di farle capire.
-Magiche?  In che senso?
-Nel senso che sono simili alle pozioni dei maghi… hanno il potere di far stare meglio le persone malate e far diventare tutti più belli!
-Dici sul serio? – esclamò tutta emozionata Caterina.
-Ti ho mai detto bugie?  Forza, seguimi!
Così, mentre passeggiavano per le strade di Saturnia, Gigi le spiegò come queste acque fossero un’ottima cura per chi soffriva di problemi di stomaco, fegato, cuore, ma anche respiratori e muscolari.  Per non parlare poi dei benefici a livello estetico!
Insomma, quando si trovarono di fronte alle cascate del Gorello, Caterina era ormai pienamente d’accordo con Gigi nell’affermare che si trattava di un luogo magico.
Le cascate poi erano meravigliose e la coccinella trascorse l’intero pomeriggio passando da una vasca all’altra. 
Anche il piccione era ben contento di rilassarsi nell’acqua calda di queste piscine naturali, così fu con grande dispiacere che si ricordò della lettera che doveva consegnare.
-Mi dispiace Caterina ma dobbiamo proprio andare…
I due lasciarono a malincuore le cascate del Gorello e fu con gioia che, guardando l’indirizzo scritto sulla busta, capirono che il destinatario della lettera lavorava proprio al vicino stabilimento termale.
Gigi e la sua amica già pregustavano la possibilità di fare un altro bagno, magari questa volta accompagnato da un bel massaggio, quando videro tante persone fuori dallo stabilimento discutere animatamente.
-Ma cosa sta succedendo?  Cos’è tutta questa confusione? – si chiese perplesso Gigi.
Piano, piano Caterina riuscì a farsi largo tra la folla e, quando tornò dal piccione, gli spiegò che erano tutti arrabbiati con la signora Maria, proprio la gattina a cui era indirizzata la lettera che dovevano consegnare.
-E perché ce l’hanno con lei?  Cosa ha fatto di male?
Un cane che per caso si trovava vicino a loro, senza dare il tempo alla coccinella di rispondere, intervenne dicendo:
-Stamani mattina ha lasciato le chiavi dello stabilimento nella macchina del marito che è andato a lavorare fuori città e ora nessuno può entrare!
-Perché non provate a telefonargli?  Magari può tornare indietro! – provò a suggerire Gigi, che, sapendo quanto anche lui fosse sbadato, aveva provato da subito simpatia per Maria.
-Cosa credi, ci abbiamo provato subito ma risponde la segreteria telefonica… forse dove si trova il cellulare non prende…
-E se andasse lei a riprenderle? – continuò il piccione che non voleva darsi per vinto.
-Certo, può andarci, ma ci metterà tutta la giornata e intanto noi continuiamo a perdere un sacco di tempo!
-Certo che se potesse volare…- disse Caterina facendosi avanti.
-Sarebbe tutto più facile… peccato però che non abbia le ali! – concluse per lei il cane.
-Lei no, ma il mio amico si e sono convinta che sarà più che felice di aiutarla!
Gigi, che aveva capito subito cosa avesse in mente Caterina, vedendo gli sguardi speranzosi di tutti ma soprattutto quello della gatta, non poté tirarsi indietro, nonostante fosse piuttosto stanco e avrebbe preferito un bel massaggio rilassante ad un nuovo volo.
Maria si affrettò a ringraziarlo e a spiegargli dove avrebbe potuto trovare suo marito, dopo di che Gigi e Caterina, che si era offerta di fargli compagnia, partirono e quando finalmente tornarono il piccione stringeva nel becco la famosa chiave.
Fu così che, tra gli applausi generali, fu aperta la porta dello stabilimento e tutti poterono entrare.
Maria, per ringraziarli, regalò loro un trattamento completo di bagno in piscina e massaggio, aggiungendo poi anche un invito per la sera nel più bell’agriturismo di Saturnia.
Quella sera, mentre cenavano allegramente ripensando alla stupenda giornata, Caterina decise che quell’anno, per il compleanno, avrebbe regalato alla sua mamma un soggiorno a Saturnia, città magica, come ormai le piaceva chiamarla.




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