Manciano - La Fiaba

Svolazza, svolazza ecco che finalmente il piccione Gigi iniziò a scendere puntando dritto verso un gruppo di case situate proprio sulla cima di un colle.


Appena toccò terra Caterina, che fino a quel momento aveva dormito beata, si svegliò e, curiosa come al solito, chiese subito dove fossero.
-A Manciano, nel cuore della Maremma!! – le rispose Gigi, dopo di che la invitò a seguirlo – Visto che siamo un po’ in anticipo sulla nostra tabella di marcia che ne diresti di farci una passeggiata per le vie del centro?  Vedrai che bello, sono sicuro che Manciano ti piacerà moltissimo!
E non si sbagliava!  Caterina rimase affascinata dalla chiesa di San Leonardo, dal campanile dell’Orologio e dalla fontana nel centro di piazza Garibaldi.
-Che bella! – esclamò non appena la vide – Più che una semplice fontana sembra un monumento!
-E infatti lo è!  E’ stata costruita per celebrare la realizzazione dell’acquedotto del Fiora!
Gigi e Caterina erano stati così presi dalla visita della città che non si erano accorti del tempo che passava… almeno finché, verso mezzogiorno, non cominciarono a sentire i morsi della fame.
Decisero di fermarsi in una caratteristica trattoria del centro dove fecero a gara ad assaggiare le specialità della zona, prime fra tutte i ciaffagnoni[1] con formaggio  e zucchero.
Erano ormai al secondo ciaffagnone quando Gigi si ricordò della lettera che doveva consegnare così, non conoscendo il destinatario, chiese al cameriere dove poteva trovarlo.
-Oh, è semplice!  A quest’ora lo troverà senz’altro su al cassero… sa, Alberto è la “spia”!
-La spia? – chiese immediatamente Caterina, che aveva già iniziato a dare libero sfogo alla sua fantasia immaginandosi una sorta di bandito.
Per fortuna il piccione, che aveva capito subito a cosa si riferiva il cameriere, si affrettò a spiegarlo anche all’amica:
-Devi sapere che la città di Manciano è conosciuta anche con il soprannome di “spia della Maremma”…
-Perché? – lo interruppe prontamente la coccinella.
-Per la sua posizione… dal castello si domina tutta la Maremma, pensa che quando ci sono delle belle giornate si vede perfino il mare!
-Ho capito… ma che c’entra questo con il signore a cui dobbiamo consegnare la lettera?
-C’entra, c’entra! – disse ridendo Gigi – Vedi, il signor Alberto lavora per un importante giornale maremmano…
-E allora? – lo interruppe di nuovo Caterina che continuava a non capire.
-E allora lui passa la sua giornata ad osservare i dintorni così che , grazie alla posizione strategica di Manciano, è sempre il primo a sapere cosa accade in Maremma e può riferirlo ai giornalisti che a loro volta possono informarne la popolazione… ecco perché è detto bonariamente “spia”!!
-Che lavoro interessante! – esclamò la coccinella – Non vedo l’ora di conoscerlo, chissà quante cose potrà raccontarci!
Ora che tutto era chiaro i due si diressero verso il castello, alla ricerca della “famosa spia”.
Il signor Alberto era un grosso cane bianco che si spostava continuamente da un lato all’altro del piazzale per poter tenere d’occhio l’intera vallata.
Non appena Gigi e Caterina gli si avvicinarono si accorsero che aveva gli occhi lucidi e rossi… doveva aver pianto, ma perché?
Caterina, abbandonata ormai ogni forma di timidezza, gli chiese cosa gli fosse capitato.
-Non mi è capitato niente di particolare, solo che sto invecchiando e non ci vedo più come prima… so che sono cose inevitabili, però per me è un grosso problema… se perdo la mia vista eccezionale finirò col perdere anche il mio lavoro!
Non c’era dubbio, quello che Alberto stava dicendo corrispondeva a verità:  come avrebbe potuto continuare a fare la spia se non vedeva oltre il suo naso?
Caterina e Gigi si guardarono dispiaciuti per il grosso cane bianco, quando all’improvviso ebbero entrambi la stessa idea!  Qualche giorno prima avevano incontrato una talpa tutta felice perché, grazie ad un paio di grosse lenti rotonde chiamate occhiali, ora riusciva a vederci benissimo.
I due amici si affrettarono a raccontarlo ad Alberto e, non appena ebbero finito, si accorsero che questi sorrideva felice.
-Grazie, grazie davvero!  Non sapete quanto tutto ciò sia importante per me!  Cosa posso fare per dimostrarvi la mia gratitudine?
-Oh, niente… non preoccuparti… è stato un piacere! – lo rassicurò Gigi.
-A dire la verità – si fece avanti Caterina – una cosa potresti farla!  Potresti raccontarci di quello che vedi stando qui tutto il giorno!
Gigi ed Alberto scoppiarono a ridere, dopo di che questi li invitò a cena in un bell’agriturismo della zona: mentre mangiavano avrebbe soddisfatto la curiosità della coccinella raccontando loro un sacco di simpatici aneddoti.





[1] Si tratta di una specie di crépe mangiata con formaggio grana o pecorino o zucchero.

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