Pitigliano - La Fiaba

Era già qualche ora che Gigi stava sorvolando la campagna maremmana e Caterina cominciava a soffrire di mal d’aria. 
-Ma quanto manca ancora? – si lamentava con l’amico di tanto in tanto.


Ad un certo punto il piccione iniziò a scendere verso terra fermandosi vicino ad una bella chiesa[1].
-Siamo arrivati? E dov’è il caratteristico paesino di cui mi hai tanto parlato? – chiese stupita Caterina guardandosi intorno.
-Eccolo, proprio di fronte a te! – le rispose Gigi indicando un gruppo di case che sembravano un tutt’uno con la montagna.
-Che meraviglia!  Sembra un posto magico… una sorta di paese delle fate!
Gigi sorrise alle parole dell’amica, ricordando che quella era stata anche la sua impressione la prima volta che era venuto a Pitigliano.
-Hai ragione!  Del resto non capita spesso di vedere un paese interamente scavato nel tufo!
-Nel tufo? – chiese la nostra curiosa coccinella – che cos’è?
-E’ un tipo di roccia caratteristica di questa zona… ora però non perdiamo altro tempo prezioso, andiamo a visitare Pitigliano!  Vedrai che non rimarrai delusa!
Fu così che Caterina riprese il suo posto tra le piume dell’amico e dopo soli dieci minuti eccoli arrivati nella piazza centrale, piazza San Gregorio VII.
La piccola viaggiatrice si guardava intorno tutta soddisfatta e con mille domande da rivolgere al povero piccione, ormai rassegnato all’inarrestabile curiosità della sua giovane amica.
La coccinella rimase particolarmente colpita dalla colonna in travertino costruita al centro della piazza, dal duomo, dal palazzo Orsini e naturalmente dall’imponente acquedotto mediceo.
Le piacque moltissimo anche visitare il museo archeologico con tutti i resti raccolti nelle vicine necropoli… per non parlare delle viuzze che si snodavano all’interno del paese e che terminavano tutte con una vista stupenda sulla vallata.
Ad un certo punto Gigi, che cominciava a sentire la stanchezza del viaggio, le propose di andare a consegnare la lettera per cui erano venuti fin lì.
-Tra l’altro – aggiunse – il destinatario è il proprietario di una cantina così possiamo approfittarne per bere un buon bicchiere di vino, possibilmente accompagnato da un po’ di formaggio!
Seppur a malincuore la coccinella si affrettò a seguirlo e, una volta arrivati dal signor Claudio, capì di aver fatto bene:  non solo c’era di che mangiare e bere a volontà, ma la cantina era scavata nel tufo il che la rendeva oltre che bella anche fresca e, vista la giornata particolarmente calda, non poteva che essere un bene!
Mentre stavano scegliendo quale vino prendere i due amici si accorsero che Claudio, un grosso cinghiale piuttosto anziano, era agitato.
-Cos’è che ti preoccupa? – gli chiese Gigi, che di solito era abituato a trovarlo sempre sorridente e rilassato.
-Non è niente di particolare… è solo che ho così tanto lavoro ultimamente da non avere il tempo per fare niente… neanche per leggere la lettera che mi avete portato!
-E allora prenditi un aiuto!  Vedrai che così diventerà tutto più semplice! – gli suggerì Gigi.
-Credi che non ci abbia pensato?  Il fatto è che non è facile trovare qualcuno disposto a venire a lavorare per me… Pitigliano è pieno di cantine e la maggior parte della popolazione è già impegnata!
A questo punto Caterina, che fino ad ora era rimasta in disparte a mangiare la sua fetta di formaggio, si fece avanti proponendo a Claudio quella che secondo lei era la soluzione ottimale.
-Venendo qui abbiamo conosciuto una rondine che vendeva bibite lungo la strada e non faceva che lamentarsi di quanto fosse faticoso lavorare sotto il sole… sono sicura che, considerato il frescuccello che c’è nella tua cantina, sarebbe più che felice di venire a lavorare per te!  Non c’è che da chiederglielo!
-E allora cosa aspettiamo? – esclamò Claudio.  Dopo di che aggiunse:
-Non è che potete occuparvene voi?  Io non posso lasciare il negozio e poi – disse guardando Gigi – volando fareste molto prima di me…
Il piccione, all’idea di doversi rimettere in volo non era entusiasta ma, vedendo lo sguardo implorante del cinghiale, non poté rifiutare, così si mise in viaggio e quando finalmente tornò era in compagnia di una bella rondine che non vedeva l’ora di iniziare il suo nuovo lavoro.
Il viaggio era stato stancante, ma quando, per ringraziarli, quella sera Claudio li invitò nell’agriturismo di famiglia capì che ne era valsa la pena.











Queste fiabe sono opere originali di Chiara degli Innocenti.
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[1] Si tratta della chiesa della Madonna delle Grazie.

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