Capalbio


Situato su una collinetta, incorniciato da folte boscaglie, questo si intravede dalla via verso Capalbio... 
La denominazione “Capalbio” proviene probabilmente da “caput album” (testa calva), tra l’altro, parte dello stemma del borgo; sull’ingresso senese si vede ancora bene il leone che sostiene un capo calvo.


Alcuni resti dell’archeologia locale indicano l’esistenza di stanziamenti antropici fin dai tempi antichi. Il torrione degli Aldobrandeschi e la sala del Palazzo del XVI secolo, nella quale pare siano stati anche Puccini e D’Annunzio, sono entrambe degni di nota. 


Gabriele D’Annunzio traspose la scritta in latino che si trova sulla porta senese del XV secolo in questo modo: "Sono Capalbio felice, difeso dal leone senese dal quale sono protetto, e da queste prime mura restaurate a proprie spese e dalle altre mura che circondano le prime, correndo gli anni millequattrocentoquattro oltre i quali il mondo aveva girato dieci anni e più volte due".


Ai piedi del castello, nella chiesa di S. Nicola, si conservano le pitture affrescate attribuite alla scuola senese del XIV secolo e quelli di scuola umbra del XV secolo. Degne di menzione anche la cinta muraria che offre ai passanti una vista di uno splendore ineguagliabile. 


Capalbio è l’ultimo paese della Toscana, nel centro della Maremma, un territorio in cui si combinano armoniosamente le forme peculiari della mediterraneità e quelle terrestri dove l’essere umano ha svolto una funzione centrale. Un passato ricco ed impenetrabile, costellato da una natura dura e aspra, stretta tra i conflitti della sua varietà. Tale fascino ti incanterà e vorrai partire per poter tornare a godere di queste bellezze.

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