L'asparago selvatico

L'asparago selvatico fa parte della famiglia delle Liliacee. Nasce spontaneamente nei boschi dellla Maremma, lo si trova nei muretti di sasso e nei pascoli incolti a partire dai primi soli di primavera. 

E' un arbusto perenne e rampicante con foglie squamose e poco visibili di colore verde, cresce in maniera disordinata e dal terreno nel quale affonda le radici spuntano i turioni, giovani germogli commestibili che usiamo per preparare numerose ricette in cucina.
Oltre ad essere un ingrediente prelibato possiede qualità diuretiche e depurative: i preparati a base di asparago sono infatti ottimi per coloro che soffrono di infiammazioni renali.
Già in passato veniva utilizzato come drenante renale, ma anche epatico e bronchiale e come antinfiammatorio della milza. Un famoso sciroppo alle cinque radici (finocchio, rusco, prezzemolo, sedano selvatico e asparago) è stato utilizzato nella medicina popolare fino a pochi anni fa.
Nella tradizione contadina da sempre si utilizzano piante selvatiche dalle proprietà benefiche  delle quali nulla viene buttato. Così anche gli asparagi selvatici venivano impiegati nella preparazione di una efficace tisana per la purificazione dei reni. Come indicazione per chi volesse provare, si consiglia di procurarsi due o tre etti di asparagi selvatici da portare ad ebollizione in tre/quattro litri d'acqua e un pizzico di sale a piacere.
Per chi soffre di gotta o altri disturbi causati dagli acidi urici meglio non eccedere.


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